Stabat Mater dolorosa
iuxta crucem lacrimósa,
dum pendébat Fílius.
Un lungo lamento di una figlia per una madre assente, mai esistita.
Scrive il suo dolore Cecilia di notte nel buio senza confini e lo accompagna di giorno con la musica, la celebre musica di Vivaldi, una musica non sufficientemente catartica, nonostante
io sono figlia del vuotoCecilia, nata dal vuoto e abbandonata all'Ospitale di Venezia si strugge la grande schiacciante assenza della madre che cerca di ricreare dentro di sé per colmare un vuoto comunque incolmabile.
Scrive il suo dolore Cecilia di notte nel buio senza confini e lo accompagna di giorno con la musica, la celebre musica di Vivaldi, una musica non sufficientemente catartica, nonostante
Mentre vi scrivo, quasi senza accorgermene le lettere si trasformano in note. Una frase diventa una melodia, una parola viene accompagnata dal suo contrappunto. [...]
Il pensiero e la parola che lo nomina formano un accordo musicale, sono come due note suonate contemporaneamente, a volte armoniche, a volte stonate.Splendido libro, dai toni scuri ma dalla prosa avvincente, veloce e potente. Un'evocazione dolorosa di una madre assente, l'urlo di dolore per le radici recise, l'impotenza di rompere il muro della sofferenza nonostante le armi delle parole e della musica.
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