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domenica 24 marzo 2013

Il giardino delle erbe proibite

Il giardino delle erbe proibite - Recensione

La commessa della Feltrinelli colpisce ancora.
Questa volta mi ha segnalato un libro scritto nientepopodimeno che da... una strega bianca.
Il mio commento? Forse è meglio che la signora si limiti a fare la strega.
Il libro per qualche misteriosa ragione in italiano si trasforma in "Il giardino delle erbe proibite" dal'originale "The house of the wind", ovvero "La casa del vento": trasformazione davvero inspiegabile sopratutto perché il vento e la casa del vento sono due concetti portanti del libro, mentre il giardino sì c'è, ma non è mica tanto proibito. Vabbeh.
Durante la lettura mi sono chiesta mille volte se il traduttore (Cristina Volpi) avesse qualche velleità omicida verso la grammatica italiana (condizionali al posto di congiuntivi, forme di registro formale molto improbabili in contesti di emergenza, ecc ecc) oppure se effettivamente la strega bianca avesse fatto scempio della scrittura e la povera signora Volpi si sia limitata a salvare il salvabile.
Ad ogni modo le uniche cose apprezzabili del libro sono l'ambientazione nella campagna Toscana, sempre bella, e la trama, anzi l'idea della trama, sviluppata però in modo troppo superficiale.
I personaggi non sono ben delineati, i tempi delle azioni non sono bilanciati, i registri dei dialoghi sono tutti ugualmente formali e troppo improbabili.
Insomma un libro carino solo nella sua parvenza. Meglio leggere altro.

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