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lunedì 25 febbraio 2013

Nudi e crudi

Bennett A. (1996) Nudi e crudi
Adelphi, Milano
Bennett, una vera sorpresa.
Incontrato per caso con La sovrana lettrice (assolutamente d-e-l-i-z-i-o-s-o- e recensito qui ), ho scoperto poi che in realtà lo avevo già incontrato,e più precisamente avevo incontrato già proprio questo medesimo libro e, ancora più precisamente, avevo pure cominciato a leggerlo in ambito lavorativo con una ragazzina dai mille problemi linguistici e ovviamente lo avevo scartato subito alla fine della prima pagina: troppo complesso, troppo ricco di doppi sensi, troppo intriso di umorismo.
Troppo nel senso che per chi ha problemi di comprensione linguistica è troppo. Non troppo e per la verità mai abbastanza per chi si vuole svagare con qualcosa di graffiante, intelligente, satirico e insomma un vero british humour come non se ne trova più.
Mi era rimasta comunque nel ripostiglio della mente la curiosità di scoprire come cavolo era andata a finire con quel furto assurdo a casa Ransome.
La parodia della signora che si autoistruisce di pseudopsicologia alla TV è f-a-v-o-l-o-s-a-.
Assolutamente raccomandato per una mattinata (il tempo di lettura totale) con un sorriso sulle labbra.
Yes!

E poi, Paulette...

Constantine B. (2012) E poi, Paulette... Einaudi, Torino
Per la verità ho comprato questo libro per la copertina decisamente accattivante. Uno di quegli acquisti che si fanno così, senza sapere perché. Avete presente?
Ok.
Bene, libretto carino e simpatico, tempo di lettura sì e no 3 giorni scarsi.
Proprio quello che ci vuole di questi tempi di crisi nera, di ansia da assenza di prospetto economico.
Una banda di vecchietti, ma sì chiamiamoli pure vecchietti, "diversamente giovani" mi pare proprio una presa per il culo.
Dicevo, una banda di vecchietti che senza ben pianificare la cosa si ritrova in una specie di "comune" dallo spirito decisamente woodstockiano (si scrive così?): mi sa che è davvero l'unica soluzione ai tempi di oggi. Pure per quanto riguarda i giovani coinvolti: vitto e alloggio in cambio di lavoro. Che un sia davvero meglio ritornare al baratto?
Una fattoria grande in mezzo ai campi nella quale vivere tutti insieme e risparmiare sulle spese; attingere dalle risorse naturali della terra sotto forma di prodotti alimentari: combatte l'inquinamento, è salutare e risolve l'economia.
Lo consiglierei a tutti, senza distinzione e soprattutto a chi, entrato nella terza età, pensa che le strade siano giunte alla fine. Forse è una banalità ma ... finché c'è vita... ci sarà vita, come dice chiaramente il libro alla fine.

martedì 5 febbraio 2013

Night Falls on the City

Mah un lo so, ora proprio "the lost masterpiece of wartime Vienna" un mi pare, a meno che un ciabbiano proprio nessun altro libro su Vienna della seconda guerra mondiale, ma mi pare strano.
Un po' lento, certo fatto bene ma la fine mi pare un po' tronca, forse pure la vita un finisce mai quando deve finire, un si morirebbe mai, no?

Qualche perla (traduzione mia):

Non volevano credere che violenza e morte fossero fra di loro; e se proprio dovevano prenderne atto volevano che qualcuno risolvesse la situazione, lontano dai loro occhi; l'orrore, se esiste, esiste altrove.


Ancora

Il mondo scuro era vasto, minaccioso e lei era sola. Nonostante le due persone legate a lei in una stretta disperata, nonostante il suo talento di successo, nonostante la certezza e la fiducia in un centinaio di conoscenti e un numero infinito di altre persone desiderose di fare la sua conoscenza, nonostante la bellezza, era sola.

Interessante comunque un libro dal punto di vista dei tedeschi "cattivi" (che palle però, ma non si saranno stufati i tedeschi?), della popolazione austriaca che all'inizio non si rende conto di quello che succede e come piano piano cambia il modo di vivere, di pensare, come si diventa "popolazione da guerra".

Se lo traducono in italiano potrebbe essere interessante per gli appassionati del periodo.
Più che altro per chiedersi alla fine...ma che si campa a fare?